Cremona, anziana aggredita in casa da finti carabinieri: "Pensavo di morire"
Due uomini si sono introdotti nell’abitazione spacciandosi per militari, l’hanno immobilizzata e minacciata di morte per aprire la cassaforte

Un’aggressione brutale consumata tra le mura di casa, una trappola orchestrata da criminali senza scrupoli che hanno approfittato della fragilità di un’anziana per derubarla con la violenza e l’inganno. È accaduto nelle scorse ore in una zona residenziale di Cremona, dove una donna sola in casa è stata aggredita e rapinata da due uomini travestiti da carabinieri.
Cremona, anziana aggredita in casa da finti carabinieri: "Pensavo di morire"
I malviventi si sono presentati alla porta della donna fingendosi militari dell'Arma, guadagnandosi la sua fiducia con una scusa credibile. Una volta dentro, però, il loro vero intento è emerso in tutta la sua crudeltà. Dopo averla minacciata di morte, i due l’hanno spinta a terra e immobilizzata: uno di loro le ha premuto un ginocchio sulla schiena, bloccandola con forza mentre l’altro perlustrava la casa alla ricerca della cassaforte.
“Pensavo davvero che mi avrebbero uccisa”, ha raccontato la vittima, ancora scossa, dopo essere stata soccorsa dai vicini accorsi in seguito alle sue grida. I rapinatori, dotati addirittura di un metal detector, hanno localizzato la cassaforte e l’hanno costretta ad aprirla. Solo a quel punto si sono dati alla fuga, portando con sé contanti e gioielli. Per fortuna, l’anziana è riuscita ad attirare l’attenzione dei residenti e a ricevere aiuto.
Un episodio simile
Questo episodio segue a breve distanza un’altra tentata truffa ai danni di una persona anziana, avvenuta alla fine di marzo a Romanengo, sempre nel Cremonese. Anche in quel caso il raggiro è partito con una telefonata da parte di un falso carabiniere, che ha informato una donna ultra 65enne di una presunta indagine che coinvolgeva il figlio. Dopo averla convinta a tornare a casa da sola, un’altra complice si è presentata come incaricata del tribunale e si è fatta consegnare denaro e oggetti preziosi. Solo al ritorno del figlio si è scoperto che nessuna chiamata ufficiale era stata fatta e che si trattava di una truffa ben congegnata.
Grazie alle indagini della Stazione dei Carabinieri di Romanengo, è stato possibile individuare una donna con precedenti, riconosciuta dalla vittima grazie a un fascicolo fotografico. Si tratta di una persona residente in un’altra regione, già segnalata in passato mentre si trovava a bordo dell’auto utilizzata per compiere il raggiro. La truffatrice è ora indagata per truffa aggravata, ma restano da identificare i complici.
Due episodi, diversi nei metodi ma simili nell’obiettivo: colpire le fasce più deboli della popolazione, approfittando della buona fede e della solitudine. Le forze dell’ordine rinnovano l’appello alla prudenza, invitando tutti a verificare sempre l’identità di chi si presenta come appartenente alle istituzioni e a contattare immediatamente il 112 in caso di dubbi.