"Caro direttore ti scrivo": la lettera (commovente) dei bambini del Boschetto inviata al Maggiore di Cremona
"Le scriviamo per ringraziare lei e il personale dell’Ospedale per il vostro impegno".
"Caro direttore ti scrivo" comincia così la commovente lettera dei bambini della 4 A del Boschetto, oggi in collegamento fra i banchi di scuola, in diretta web con l'ospedale di Cremona.
"Caro direttore ti scrivo": la lettera (commovente) dei bambini del Boschetto
Gentilissimo Direttore,
le scriviamo per ringraziare lei e il personale dell’Ospedale per il vostro impegno.
Inizia così la bellissima lettera dei bambini della Scuola primaria del Boschetto, arrivata in Direzione alla fine di Dicembre. E’ scritta a mano, in corsivo, su un foglio di quaderno a righe e porta le firme colorate dei ventuno alunni della 4A e della maestra Anna.
“Tanti di noi sono nati nella vostra struttura, alcuni sono stati curati per piccoli o grandi problemi. In questi mesi, anche se siamo piccoli, abbiamo capito che avete fatto un lavoro straordinario”
“Impossibile non commuoversi – spiega Giuseppe Rossi – Direttore generale ASST di Cremona davanti alla questa bellissima lettera. Rispondere per iscritto ci sembrava di non valorizzare abbastanza il gesto dei bambini. Sarebbe stato bello incontrarli a scuola, ma in questo momento non è possibile. Grazie alla tecnologia, abbiamo potuto collegarci con loro e parlare attraverso lo schermo. E’ stato un momento molto intenso, si sono mostrati bambini curiosi e molto responsabili”.
L'incontro via web
All’incontro virtuale fra i banchi di scuola hanno partecipato anche Francesca Co’ e Amedeo Bonazzoli (rispettivamente Direttore e coordinatore del Pronto soccorso di Cremona).
“Abbiamo scelto un dottore donna e un infermiere uomo, per rompere gli stereotipi, tutti possono fare tutti i lavori”.
Dopo i saluti e le presentazioni, partono subito le domande e sono i bambini ad interrogare i sanitari: come è cambiato il vostro lavoro con il Covid? Riuscite a salvare tante persone? E’ difficile curare i malati di Covid?
“Beh è cambiato tutto - rispondono Rossi, Co’ e Bonazzoli. “Ci mancano i famigliari dei pazienti che non possono entrare in ospedale e dobbiamo vestirci con le tute, le visiere, i guanti, le mascherine. Il Covid è un virus contagioso e molto cattivo. Quando è arrivato eravamo impreparati. Oggi conosciamo meglio la malattia ed è tutto un po’ più semplice. La difficoltà enorme è stata quando c’erano più di 600 pazienti ricoverati con il covid. I medici gli infermieri gli Oss erano occupati a curarli contemporaneamente.
Tante le curiosità
Quali sono i comportamenti da tenere a scuola, chiede T.? “Indossare sempre la mascherina, lavarsi spesso le mani e stare distanziati. Aprire le finestre e stare il più possibile all’aria aperta”. Poi Rossi chiede loro: “Lo sapete vero cos’è una pandemia?" Siii, rispondono in coro: “E’ quando tutti stanno a casa e non si esce più”. "E’ quando c’è un virus che si espande velocemente”.
Il dibattito continua e si fa dialogo costruttivo: come si fa a capire dal tampone se una persona è malata? Come fate a fare tanti tamponi in un giorno e a essere così veloci? Cosa sono i tamponi rapidi, quelli che fanno i calciatori?
L’ultima curiosità, Quanti anni ha l’Ospedale?
“E’ un po’ vecchio risponde Rossi, ha cinquant’anni, è stato aperto nel 1970 grazie alla generosità dei cremonesi, un progetto bellissimo. Noi stiamo lavorando per un progetto altrettanto bello e utile, per costruirne uno nuovo. Cosa ne pensate? Vi piacerebbe avere un ospedale nuovo?" Arriva il secondo coro sìììì. Anche una scuola nuova, però! - aggiungono.
C’è qualcuno che vorrebbe fare il nostro lavoro, chiede Amedeo? Tante sono le mani che si alzano. “Sono contento” - dice Rossi – Bisogna studiare molto, ma insieme a quello degli insegnanti, il nostro è il mestiere più bello del mondo”.
“Non ci aspettavamo una risposta alla lettera – spiega la maestra Anna Ardigò, è stata una sorpresa essere richiamati. Non immaginavamo nemmeno di poter fare questo collegamento. E’ stato molto bello e interessante. I bambini si sono sentiti considerati e hanno ricevuto risposte concrete profonde con un linguaggio comprensibile”.