Danni anche alla struttura

Carcere Cremona, tre poliziotti penitenziari aggrediti da un detenuto nord africano

Uno di loro ha subìto un brutto colpo ad un occhio.

Carcere Cremona, tre poliziotti penitenziari aggrediti da un detenuto nord africano
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Tre poliziotti penitenziari vittime di aggressione in carcere a Cremona: "Una triste costante del nostro sistema penitenziario".

Aggressione in carcere

Nelle ore serali di venerdì 8 gennaio 2020 alcuni agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Cremona sono stati vittima di una vile aggressione ad opera di un detenuto nord africano che ha creato anche danni alla struttura.

A darne notizia è Daniele Sciaudone, Vice Segretario Provinciale USPP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria) e referente della struttura, che racconta così l’episodio: “durante una normale attività di servizio all’interno di una sezione, un soggetto di origine nord africana con furia inaudita, si è scagliato contro il personale di vigilanza per futili e pretestuosi motivi. Tre gli agenti coinvolti che hanno riportato contusioni refertate dal locale Pronto Soccorso, di cui uno ha subìto un brutto colpo ad un occhio. Danni anche alla struttura, in quanto il soggetto, in balia della sua ingiustificata violenza, ha distrutto anche beni dell’Amministrazione”.

"Una triste costante"

Sull’episodio interviene anche il Segretario Regionale dell’USSP, Gian Luigi Madonia che, ancora una volta, evidenzia come il fenomeno delle aggressioni all’interno delle strutture penitenziarie, sia ormai assolutamente fuori controllo: “le aggressioni in carcere ai danni degli Agenti e degli operatori penitenziari in genere è una triste costante del nostro sistema penitenziario. Una costante tanto plateale ed ordinaria, quanto del tutto inaffrontata dal Ministero della Giustizia e dall’intera classe politica, negli anni susseguitasi. Intanto, proprio in virtù di tale incapacità politica, uomini e donne dello Stato sono giornalmente esposti a tali rischi, nell’intento di difendere i valori che quello stesso Stato gli ha attribuito attraverso il giuramento. Un evidente paradosso in cui tutti i giorni vive il personale di Polizia Penitenziaria: giurano fedeltà alla Repubblica ed alle Leggi dello Stato, ma lo Stato li abbandona in balia di aggressioni, insulti e condizioni di lavoro indegne. – prosegue il sindacalista – E’ giunto il momento in cui la politica, sfruttando anche gli input che pure arrivano dall’Amministrazione e dalle rappresentanze sindacali, faccia passi in discontinuità ai tanti, troppi, anni di silenzi assordanti, dimostrando vera e tangibile attenzione verso una categoria di servitori dello Stato a cui, viceversa, dovrebbe riconoscere la massima gratitudine. Una gratitudine per come riescono a tenere il sistema e per essere riusciti ad evitarne l’implosione in occasione delle vicende e delle rivolte (strumentalmente) connesse all’attuale sto di emergenza sanitaria”.

"Struttura molto critica"

Chiude tornando a Cremona il leader regionale del sindacato dei baschi blu: “Cremona è una struttura molto critica, in cui l’altissima percentuale di detenuti extracomunitari (raggiunti anche picchi del 70%), orienta la tenuta di un istituto verso il caos e l’ingestibilità. Una struttura che, così come abbiamo rappresentato più volte, risulta incapace di reindirizzare i ristretti verso le logiche di rispetto delle regole e della legalità. Una struttura priva anche di una sezione isolamento, necessaria ai fini punitivi, quindi rieducativi. Appare infatti abbastanza elementare come, in assenza di segnali punitivi, certi e determinati, possa pericolosamente espandersi un distorto messaggio di impunità tra gli indisciplinati che, proprio in virtù dell’assenza di autorevolezza del regime disciplinare, proseguono nei loro atteggiamenti”.

 

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