giudizio immediato

A giudizio il 1 dicembre il primario cremonese arrestato per la morte di due pazienti

L'appuntamento è stato fissato per il 1 dicembre 2021, quando Mosca dovrà comparire davanti alla Corte d'Assiste di Brescia per rispondere dell'accusa di omicidio volontario.

A giudizio il 1 dicembre il primario cremonese arrestato per la morte di due pazienti
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E' ufficiale:  il dottor Carlo Mosca, residente a Mantova, originario di Cremona e primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari, nel Bresciano, andrà a processo con l'accusa di omicidio volontario.

A giudizio il 1 dicembre 2021

L'appuntamento è stato fissato per il 1 dicembre 2021, quando Mosca dovrà comparire davanti alla Corte d'Assiste di Brescia per rispondere dell'accusa di omicidio volontario: l'ex primario sarà processato - come chiesto dalla difesa - con giudizio immediato, saltando l'udienza preliminare fissata il 17 settembre.

Il medico, che è stato sospeso dall'incarico fin da subito, è accusato di aver somministrato farmaci letali a due pazienti di 61 e 80 anni ricoverati per il Covid. Lui si professa innocente ed è convinto che riuscirà a dimostrarlo a processo, di tutt'altro avviso il gip incaricato dell'inchiesta, per il quale il comportamento di Mosca non era dovuto a imperizia ma era dettato dalla volontà di uccidere.

Agli atti dell’inchiesta ci sarebbe infatti anche un messaggio WhatsApp inviato da un infermiere ad un altro collega nel quale si leggerebbe: «Io non ci sto ad uccidere pazienti solo perché vuole liberare dei letti». Secondo l'accusa quindi Mosca sarebbe stato « determinato a uccidere poiché mosso dalla volontà di “liberare” non solo posti letto, bensì risorse strumentali e umane, fisiche ed emotive, dei colleghi medici, degli infermieri del pronto soccorso».

Le vittime al centro dell'inchiesta

Come riporta Prima Cremona la Procura sta indagando sulla morte di Natale Bassi, 61 anni, residente a Ghedi, e di Angelo Paletti, 80 anni, residente a Isorella ma originario di Calvisano. Nel primo caso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima non versava in condizioni tali da poter morire nel giro di cinque minuti, come invece è successo dopo l'«intervento» del primario. Il decesso risale al 20 marzo, quando Bassi avrebbe avuto una crisi respiratoria e il dottor Mosca avrebbe chiesto agli operatori socio-sanitari e agli infermieri di portargli la succinilcolina e poi di lasciarlo da solo in stanza. Bassi è morto da lì a poco per «un improvviso arresto cardiocircolatorio».

Anche per quanto riguarda la seconda vittima, Angelo Paletti, l'autopsia ha rivelato che la «grave depressione respiratoria» sarebbe stata causata dagli stessi fermarci utilizzati per trattare Bassi. Farmaci che, secondo l'accusa, non sono giustificabili in assenza di intubazione.

 

 

 

 

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