Un anno di “Bologna città 30”, il modello di sicurezza stradale che Cremona dovrebbe seguire
Fiaib Cremona: "La nostra città fatica a ridurre incidenti e a rispettare le norme di traffico. È tempo di agire"
Le considerazioni di Fiaib Cremona sulla mobilità a Cremona, in relazione agli ultimi incidenti (alcuni di rilievo) e ai dati statistici di un anno di sperimentazione a Bologna, con l'istituzione di norme adatte a renderla "Città 30". E nella città emiliana, il dato rilevante è che, per la prima volta dal 1991, non ci sono stati pedoni deceduti in città.
Un anno di "Bologna città 30"
Gli ultimi dati provenienti da Bologna riguardanti il primo anno di implementazione del programma "Bologna città 30" parlano chiaro: una significativa riduzione degli incidenti stradali e un miglioramento tangibile della sicurezza per i pedoni.
Con un abbassamento del 13% degli incidenti, un calo dell’11% dei feriti e un impressionante -31% degli incidenti gravi, la città emiliana sta raccogliendo i frutti di politiche di mobilità urbana più sicure. Inoltre, il dato che segna la storia è che, per la prima volta dal 1991, non ci sono stati pedoni deceduti in città. Un risultato che dimostra come l'adozione di misure mirate possa realmente cambiare la vita di una città.
Cremona, una città ancora in difficoltà
Tuttavia, in altre città italiane, come Cremona, il percorso verso una mobilità più sicura e sostenibile sembra ancora lontano. Nonostante il richiamo a ridurre la velocità, potenziare il controllo e migliorare la vivibilità urbana, la città lombarda sta ancora facendo i conti con la violazione di norme basilari come la sosta selvaggia, l’invasione dei marciapiedi e l'alta velocità nelle zone residenziali. La proposta di estendere il limite di velocità a 30 km/h in aree critiche non trova ancora una risposta adeguata da parte delle autorità locali, con una scarsa presenza di dissuasori e un controllo limitato.
Il fattore inquinamento
Un altro dato rilevante che emerge dal caso bolognese è la correlazione diretta tra la diminuzione degli incidenti e una riduzione del traffico veicolare, con il conseguente abbassamento dei livelli di inquinamento. L’efficacia di una riduzione delle velocità non solo salva vite, ma contribuisce anche a un ambiente più salubre. Un aspetto che va di pari passo con il crescente uso della bicicletta come mezzo di trasporto preferito, che a Bologna ha visto un incremento, ma che a Cremona stenta ancora a decollare. Le infrastrutture dedicate alle due ruote sono inadeguate, e la manutenzione delle piste ciclabili è ormai una questione trascurata.
La vita umana ha un costo sociale enorme
Al di là dei numeri, la questione centrale rimane quella del valore della vita umana. Ogni anno in Italia oltre 3.000 persone perdono la vita a causa di incidenti stradali, mentre 225.000 rimangono ferite. Il costo sociale di queste tragedie è di circa 17 miliardi di euro all’anno, una cifra che potrebbe essere ridotta con politiche di prevenzione e sicurezza. A Cremona, dove gli incidenti continuano a verificarsi anche nelle zone più trafficate, l’amministrazione comunale è chiamata ad adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei cittadini.
Il modello Bologna come riferimento
Cremona potrebbe trarre esempio dal modello bolognese e avviare una riflessione seria sulla sicurezza stradale. La proposta di estendere la zona 30 in tutta la città e di implementare dissuasori di velocità in zone sensibili è una prima risposta a questo bisogno. Tuttavia, è necessario un approccio più ampio che integri regolamentazione, infrastrutture e sensibilizzazione. L’amministrazione dovrebbe rafforzare i controlli contro la sosta selvaggia, migliorare la segnaletica e promuovere una cultura della sicurezza che coinvolga i cittadini e le associazioni.
Un appello a un cambiamento
Piercarlo Bertolotti e Filippo Bonali, rispettivamente presidente e responsabile dell'Area Tecnica di FIAB Cremona, lanciano un appello a tutte le istituzioni locali affinché si adotti una visione sistemica che combini interventi normativi, infrastrutturali e culturali. Soltanto così sarà possibile replicare i successi di Bologna e migliorare la qualità della vita urbana, rendendo Cremona una città più sicura, sostenibile e vivibile per tutti.