Ospedale Cremona

Paziente (musicista) suona "Jingle Bells" durante l'asportazione di un tumore al cervello

Per l’équipe di Antonio Fioravanti è il trentesimo intervento di chirurgia da sveglio «prova straordinaria di un grandissimo lavoro di squadra».

Paziente (musicista) suona "Jingle Bells" durante l'asportazione di un tumore al cervello
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Ospedale di Cremona - Neurochirurgia, chirurgia da sveglio: il paziente (musicista) suona "Jingle Bells" durante l'intervento. «Quando il chirurgo mi ha detto che l’asportazione del tumore era terminata con successo, non volevo più smettere di suonare». E' il trentesimo intervento di chirurgia da sveglio all'ospedale di Cremona.

Paziente (musicista) suona "Jingle Bells" durante l'intervento

Trentesimo intervento di chirurgia da sveglio eseguito all’Ospedale di Cremona con successo. È accaduto qualche giorno fa grazie alle abilità dell’équipe di Neurochirurgia diretta da Antonio Fioravanti. Si è trattato dell’ asportazione di un tumore cerebrale non comune (recidiva di oligodendroglioma) ad un paziente di cinquant’anni.

«La metodica impiegata è di alta specialità: viene applicata per togliere masse tumorali in aree critiche del cervello (linguaggio, movimento, ecc) e vede il paziente collaborante durante la seduta operatoria», spiega Fioravanti. «Lo scopo è quello di valutare in diretta gli esiti dell’azione del neurochirurgo e ridurre al minimo i rischi che un intervento così delicato può comportare».

«Durante la prima parte della seduta operatoria il paziente è stato sottoposto ad anestesia e svegliato durante l'asportazione del tumore. Questo ci ha consentito di interagire con lui, chiedergli di parlare e contare in modo da poter controllare nell’immediato la comparsa di eventuali deficit nel linguaggio», continua Fioravanti.

«L’operazione chirurgica interessava la parte sinistra del cervello in cui si trovano, come dimostrano studi recenti, le aree che controllano le facoltà musicali e il linguaggio», aggiunge Fioravanti. «Guarda caso, il nostro paziente è un musicista, così abbiamo pensato di fargli suonare una tastiera durante l’intervento come ulteriore elemento per valutare la sua risposta cerebrale. Questo ci ha consentito di capire e decidere progressivamente come proseguire, preservando le abilità di Enrico».

«Il successo di questo intervento è dovuto ad un lavoro di squadra, che ha visto coinvolti nello specifico i Neurochirurghi Alessandro Morandini, Emanuela Catenacci, Arias Jahard Mijail Aliaga, gli Anestesisti Elena Grappa e Pietro Carpeggiani, la Neuropsicologa Sara Subacchi, le strumentiste Claudia Dilda ed Erica Maestri, e le infermiere Laura Carini e Ambra Zorza», conclude Fioravanti.

"Non dimenticherò mai l'applauso dei sanitari"

«Sembra impossibile, ma l’altro giorno in sala operatoria ho provato una sensazione di normalità», spiega Enrico Presti. «Il dottor Fioravanti mi aveva informato e spiegato nei dettagli come si sarebbe svolto l’intervento, quindi ero relativamente tranquillo».

«All’inizio la Neuropsicologa mi ha chiesto di muovere la mano e contare. Poi mi ha chiesto di suonare. Io sono un organista, ho fatto molti concerti in Europa, Russia e Finlandia, mai avrei pensato di esibirmi durante il mio intervento chirurgico».

«Quando il dottor Fioravanti mi ha detto che l’operazione si era conclusa con successo non volevo più smettere di suonare, l’applauso dei sanitari non lo dimenticherò mai».

3. Un momento dell'intervento, Fioravanti dietro il telo
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2. Fioravanti sta operando
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1. La neuropsicologa Subbacchi incoraggia Enrico a suonare
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