La musica cura: lo dimostrano, al Museo del Violino, dieci ricercatori di tutta Italia
Le loro evidenze scientifiche presentate oggi al convegno “Musica e medicina: dal benessere alla cura”
Dalla depressione all’ansia preoperatoria, dalla dislessia infantile all’Alzheimer. La musicoterapia funziona: lo dimostrano dieci ricercatori di tutta Italia che hanno presentato le loro evidenze scientifiche al convegno “Musica e medicina: dal benessere alla cura” che si è tenuto oggi, mercoledì 19 aprile 2023, al Museo del Violino di Cremona.
La musicoterapia funziona
“La musicoterapia ha un valore curativo per tante patologie. Noi ci abbiamo sempre creduto”, ha affermato Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco, nel suo intervento di apertura del convegno “Musica e medicina: dal benessere alla cura”, che si è svolto oggi a Cremona presso il Museo del Violino.
“Il rapporto tra salute e musica e, più in generale, tra benessere personale e fruizione culturale, è per Fondazione Bracco un tema davvero prioritario perché riesce ad abbracciare i tre filoni su cui si concentra il nostro impegno: la cultura, la scienza e il sociale. Ed è dimostrato che frequentare concerti, teatri, cinema e mostre aumenti la qualità della vita dell’individuo. Numerosi studi sulla popolazione di diversi Paesi hanno dimostrato che il consumo culturale individuale incide sull’aspettativa di vita e che coloro che fruiscono raramente di eventi culturali presentano un rischio di mortalità del 60% più alto”.
Galimberti: "Guarisce l'anima e il corpo"
“La musica guarisce l’anima e il corpo. Lenisce il dolore e rigenera vita. Siamo grati e onorati di ospitare questo importantissimo evento, che si pone nella scia di quello dello scorso anno e rappresenta davvero un’occasione unica in Italia”, ha sottolineato il Sindaco di Cremona e Presidente del Museo del Violino, Gianluca Galimberti.
“Questo approccio rigoroso e scientifico a un tema di enorme interesse come la cura attraverso la musica è un approccio vincente e di grandissimo valore. Dove quindi questa storia bellissima poteva essere raccontata? A Cremona, nella città della musica e dei violini e nel tempio che è il nostro Museo del Violino.
Questa scelta di parlare di musica e medicina a Cremona”, ha concluso Galimberti, “è connessa anche a percorsi virtuosi che la nostra città sta facendo. Uno di questi valorizza i progetti che connettono musica e strumenti, con un’attenzione forte alla formazione e all’innovazione.
Un altro è connesso all’impegno sulla salute con particolare attenzione agli anziani e un lavoro forte sulla cura delle fragilità, lavoro che unisce centri di cura, percorsi di assistenza, istituzioni sociosanitarie e università. Per questo ospitare questo evento di così alto valore non è solo un onore, ma è anche una responsabilità, quella di continuare l’impegno nei progetti in atto, aprirci a ulteriori cammini di sperimentazione e di costruire relazioni con realtà prestigiose e forti, con una vocazione internazionale”.
“L’esperienza ormai quasi sessantennale nell’ambito della ricerca di Maugeri, ci insegna che non bisogna avere paura di percorrere le strade meno battute” ha dichiarato Chiara Maugeri, Vice Presidente Fondazione Salvatore Maugeri e Consigliere di ICS Maugeri SpA Società Benefit. “Per questo, su suggerimento di clinici esperti, fin dal 2011 abbiamo messo a punto un laboratorio che sperimentasse, con rigore scientifico, strategie d’intervento basate sull’utilizzo del suono e della musica. Gli studi vanno avanti, e noi continueremo a supportarli pronti ad accogliere ogni risultato che possa portare beneficio reale ai pazienti”.
Il convegno
L’evento di oggi fa seguito al ciclo di tre incontri di grande successo che Fondazione Bracco ha realizzato con la collaborazione scientifica di Istituti Clinici Scientifici Maugeri IRCCS di Pavia, Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano, Museo del Violino di Cremona.
I lavori sono stati introdotti da due relazioni: una di Alfredo Raglio, Responsabile Laboratorio di Ricerca in Musicoterapia, ICS Maugeri Spa Società Benefit – IRCCS di Pavia, e una di Enzo Grossi, responsabile scientifico di Fondazione Bracco, che hanno fatto il punto dell’uso della musica in Italia in ambito terapeutico e riabilitativo. La letteratura scientifica sta confermando il potere curativo della musica, già noto nell’antichità e nella mitologia. Nel corso dei secoli la musica è diventata oggetto di interesse in ambito medico e neuroscientifico. Attualmente, solide evidenze scientifiche supportano l’idea che la musica possa essere considerata un efficace strumento di cura, in ogni età della vita e in numerosi ambiti clinici.
Michele Biasutti, PhD, Professore ordinario dell’Università di Padova ha affermato che le attività musicali condotte sugli anziani hanno avuto un effetto positivo sul loro umore, e sono state importanti per controllare i sintomi della depressione, ritardare il deterioramento delle funzioni cognitive e delle funzioni sociali. Biasutti ha curato anche un numero speciale di Frontiers dedicato all'impatto della musica sullo sviluppo e sul benessere degli esseri umani. Le sue ricerche riguardano anche la misurazione di funzioni cognitive negli anziani attraverso test con stimoli musicali come il Music Cognitive Test che è stato pubblicato nella rivista Psychology of Music.
Elena Flaugnacco, Neuropsicologa e Psicoterapeuta che collabora con il Centro per la Salute del Bambino, Trieste, ha invece raccontato come il training musicale sia in grado di migliorare significativamente le capacità di lettura nei bambini con dislessia: i bambini sottoposti al seguente studio sono stati divisi in due gruppi ed assegnati rispettivamente a classi di musica e pittura, due ore a settimana per la durata di 7 mesi. Grazie al training musicale, mentre la velocità di lettura è migliorata in entrambi i gruppi, soltanto in quello musicale è apparso un chiaro miglioramento nella precisione di lettura. Analogamente alla capacità di lettura, anche le capacità fonologiche sono migliorate e il gruppo musicale ha ottenuto un miglioramento maggiore nella memoria lavoro.
Barbara Sgobbi, Musicoterapista in neonatologia e terapia intensiva neonatale ha spiegato come la musicoterapia nel contesto ginecologico, possa essere una valida modalità, per ridurre significativamente l’ansia preoperatoria delle pazienti sottoposte a Isterectomia Laparoscopica Totale: sebbene l’ansia possa senza dubbio essere gestita utilizzando farmaci sedativi, l’aumento di questi potrebbe produrre effetti negativi. La musica è sicura, ed è un adiuvante non invasivo per ridurre l’ansia nell’immediato periodo pre-procedurale.
Federica Impellizzeri, Psicologa, Neuropsicologa e borsista di ricerca presso l'IRCCS Neurolesi Bonino Pulejo di Messina, formata in NMT (Neurologic Music Therapy) ha esposto come le tecniche di NMT - musicoterapia neurologica – possano incidere sull’umore, la motivazione, lo stato emotivo e le funzioni cognitive nei pazienti afflitti da sclerosi multipla: è anche dimostrato che la musica può essere un aiuto per far riaffiorare immagini dalla memoria, elaborare le esperienze della vita, fissare nuovi obiettivi e ad affrontare le proprie paure.
L’ascolto di musica classica è in grado di migliorare la qualità della vita nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca? A questa domanda ha risposto Francesco Burrai, PhD Professore a contratto presso l'Università di Sassari: disturbi cognitivi, della qualità del sonno e i sintomi come ansia e depressione possono insorgere nei pazienti affetti da HF (heart failure). Questo studio mostra che musica ha effetti benefici sul sistema cardiovascolare, respiratorio e neuroendocrino.
Monica Panigazzi, Primario Fisiatra presso Istituto Maugeri IRCCS di Pavia ha spiegato come dopo un ictus, la musica e i suoi elementi (soprattutto il ritmo) sono ampiamente utilizzati nella riabilitazione. I risultati suggeriscono che le sessioni basate su tecniche di sonificazione possono essere considerate un intervento standardizzato efficace per l'arto superiore nella riabilitazione da ictus subacuto.
Anna Rita Giovagnoli, Dirigente Neurologo Alta Specializzazione in Neurologica Cognitiva e Comportamentale e Neuropsicologia presso l’Istituto Carlo Besta di Milano, ha illustrato l’efficacia di un approccio integrato tra il farmaco memantina e la musicoterapia nel trattamento dei disturbi del linguaggio che possono insorgere nei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Gli interventi sono durati 24 settimane, le sessioni sono state videoregistrate e i risultati hanno dimostrato che la musicoterapia come trattamento integrato ad altri farmaci è in grado di migliorare il profilo umano psico-comportamentale.
Ma i musicoterapeuti come possano selezionare la musica per effettuare delle terapie? Luca Manzoni, Professore Associato in informatica presso l’Università degli Studi di Trieste ha dimostrato che le tecniche di Machine Learning potrebbero diventare un importante strumento di supporto negli interventi di musicoterapia: questi metodi possono infatti fornire ai professionisti suggerimenti molto importanti nella scelta della tipologia di musica da far ascoltare ai pazienti, identificando i possibili fattori predittivi in grado di determinare un successo terapeutico.
Andrea Rossi, Medico Neuropsichiatra Infantile presso gli Spedali Civici di Brescia ha presentato i risultati dello studio che ha valutato l’effetto di 3 diversi interventi musicali, rispetto invece all’assenza di musica, nella risposta fisiologica dei neonati sottoposti a procedure mediche dolorose. I neonati esposti a Mozart e Beethoven hanno dimostrato una significativa riduzione del battito cardiaco e un aumento della saturazione di ossigeno durante l'esecuzione di procedure dolorose.
Enrico Muzzi, Medico Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria e maestro di pianoforte, ha raccontato i risultati dello studio che ha coinvolto 115 pazienti pediatrici tra marzo 2018 e maggio 2019, con l’obiettivo di dimostrare gli effetti della stimolazione uditiva, somministrata durante l'intervento chirurgico di adenotonsillectomia, sul dolore e sull’agitazione al risveglio dall'anestesia generale. I risultati hanno confermato una netta diminuzione del dolore post-operatorio e dell'agitazione nell'immediato post-operatorio rispetto ai pazienti che non avevano ascoltato la musica o il rumore del battito cardiaco durante l'intervento. Questi risultati sono stati pubblicati nel 2021 su JAMA Otolaryngology-Head and Neck Surgery, la più prestigiosa rivista internazionale di otorinolaringoiatria.