Terza media

I compiti in classe sono perfetti ma li ha scritti l'intelligenza artificiale, scoppia il caso in una scuola di Cremona

Come ha fatto a dimostrare i suoi sospetti l'attento professore? Semplice, con un’interrogazione sugli stessi argomenti del compito

I compiti in classe sono perfetti ma li ha scritti l'intelligenza artificiale, scoppia il caso in una scuola di Cremona
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Come ha fatto a dimostrare i suoi sospetti l'attento professore? Semplice, con un’interrogazione sugli stessi argomenti del compito scritto. E lì è saltata fuori la verità.

Il nuovo amico degli studenti, l'intelligenza artificiale

Mentre l’opinione pubblica si divide in merito agli usi della tanto discussa intelligenza artificiale(IA), gli studenti di una classe terza di una scuola media di Cremona hanno pensato di farci amicizia. Convinti di farla franca, sono stati beccati ma proseguiamo per gradi. Tutto è iniziato lo scorso weekend quando un professore ha sottoposto i suoi alunni a un compito in classe.

Durante la domenica, l’insegnante si è messo a correggere i compiti ed è rimasto piacevolmente stupito dall’ottimo livello raggiunto dai suoi ragazzi. Ma verifica dopo verifica si è reso conto che c’era qualcosa che non andava. Era impossibile che tutti e 23 gli studenti di quella terza avessero risposto alle domande così perfettamente. Non un errore grammaticale e un lessico degno di un plurilaureato.

18 temi su 24 scritti dall'IA

Non si è lasciato fregare il professore che ha deciso di andare a fondo in questa storia e ha scoperto una triste verità. Il merito del compito non era frutto delle giovani menti ma delle straordinarie capacità dell’intelligenza artificiale. Solamente cinque di tutti quei compiti erano stati fatti dagli studenti, gli altri diciotto li ha fatti l’IA.

Come lo ha dimostrato? Semplice, con un’interrogazione sugli stessi argomenti del compito scritto. E lì è saltata fuori la verità. Niente più grammatica perfetta, niente più lessico adeguato e soprattutto nessuna conoscenza delle tematiche. La scena potrebbe tranquillamente essere tratta da uno di quei film di fantascienza in cui la tecnologia supera l'uomo ma non è così.

Non hanno neanche letto le domande

In realtà, è la dimostrazione che, se usato in modo stupido, neanche lo strumento dell’intelligenza artificiale ti può salvare da un’insufficienza. I ragazzi, infatti, non hanno perso tempo a verificare se quanto generato dal loro nuovo amico fosse in linea con le loro conoscenze.

Hanno inserito le domande e copiato le risposte senza leggere realmente. Il professore, avendo fiutato l'inganno, ha fatto emergere la verità con l'interrogazione di fronte agli imbarazzati adolescenti. Ma questa non è solo una storia di ragazzi colti con le mani nel sacco digitale. È un monito per tutti noi. L'uso delle tecnologie digitali a scuola può essere un'arma a doppio taglio.

La soluzione? Il ritiro dei cellulari durante le verifiche

Se da un lato può aiutare gli studenti a imparare e a esplorare il mondo tra i banchi di scuola, dall'altro può diventare un comodo espediente per ingannare gli insegnanti. La soluzione potrebbe essere quella del sequestro dei telefoni durante le verifiche. Ma la realtà è che passano gli anni, cambiano le generazioni ma gli studenti rimangono sempre studenti.

Prima erano i bigliettini, ora l'IA. La storia è un ciclo eterno di inganni e trucchi. I ragazzi continueranno sempre a cercare di imbrogliare il sistema copiando in modo analogico o digitale. Che sia il compagno di banco o ChatGPT, l'ingegno umano non ha limiti quando si tratta di trovare un modo per evitare di fare i compiti. Ma c’è una certezza, la verità viene sempre a galla e chi non si impegna non andrà mai avanti tanto.

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