LA STORIA

Donata, tre anni dopo il tumore ovarico operato a Cremona: “Sono tornata a vivere"

A 61 anni racconta la sua rinascita grazie all’équipe dell’Ospedale di Cremona e alla prevenzione: “Tutto quello che sembrava importante, non lo era più”

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Annalisa Abbiati, Donata, Carla Strina e Andrea Celotti

Donata, tre anni dopo l’intervento: “Ho ritrovato la vita grazie alla prevenzione”. A Cremona, una tecnica chirurgica avanzata le ha dato una seconda possibilità: «Ora so davvero cosa conta»

Giornata prevenzione tumore ovarico

In occasione della Giornata Mondiale per la prevenzione del tumore ovarico, Donata, 61 anni, originaria della provincia di Bergamo, condivide la sua storia fatta di paura, determinazione e rinascita. Una testimonianza che è anche un invito alla consapevolezza: «Grazie ai controlli, oggi sono qui a raccontare la mia nuova vita».

La diagnosi che cambia tutto

Era il maggio del 2022 quando a Donata fu diagnosticato un tumore ovarico in fase avanzata. Non era la prima volta che si trovava ad affrontare il cancro: in passato aveva superato un tumore al seno, motivo per cui continuava a sottoporsi regolarmente a controlli. Fu proprio durante una di queste visite, all’Ospedale di Treviglio, che l’oncologo, dottor Petrelli, la indirizzò verso una struttura altamente specializzata: l’Ospedale di Cremona.

La storia di Donata, raccontata da lei stessa:

 

Una chirurgia d’eccellenza

L’ASST di Cremona è infatti uno dei pochi centri in Italia – circa una trentina – a praticare una tecnica avanzata chiamata HIPEC (chemioterapia ipertermica intraoperatoria), utilizzata per trattare la carcinosi peritoneale, una forma grave e diffusa di tumore addominale. Dopo un intervento lungo e complesso, eseguito da un’équipe multidisciplinare guidata dal dottor Andrea Celotti e dalla dottoressa Annalisa Abbiati, Donata ha trovato “uno spiraglio di vita”.

Il valore della prevenzione

«Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante la prevenzione», afferma Donata. «Non avevo alcun sintomo, mi sentivo bene. Eppure, quei controlli mi hanno salvato la vita».

Il tumore ovarico, come spiegano i medici, è particolarmente insidioso perché spesso non dà segnali fino a uno stadio molto avanzato. In Italia colpisce circa 5.000 donne ogni anno.

Andrea Celotti, Donata e Annalisa Abbiati

Un percorso complesso

Alla base del successo terapeutico c’è stata la collaborazione fra diversi specialisti: ginecologia, oncologia, chirurgia, anestesia e urologia.

«La signora Donata ha accettato la proposta di trattamento con grande forza», racconta il dottor Celotti. «Affrontare un intervento come l’HIPEC non è semplice: richiede ore in sala operatoria e un’équipe con competenze altamente specialistiche».

La tecnica HIPEC

L’intervento prevede una fase di rimozione della malattia seguita da un lavaggio della cavità addominale con farmaco chemioterapico ad alta temperatura. Questo passaggio è reso possibile grazie a un macchinario sofisticato che controlla e regola la temperatura e il flusso del farmaco.

«È una metodica complessa, ma può fare la differenza in termini di sopravvivenza e qualità della vita», sottolinea Celotti.

Il fiocco azzurro

In occasione dell’8 maggio, Giornata mondiale per la lotta contro il tumore dell’ovaio, l’Ospedale di Cremona ha voluto lanciare un segnale visibile e simbolico: tutte le pazienti in visita in Area Donna riceveranno una spilletta con il fiocco azzurro, emblema della battaglia contro questo tumore silenzioso. «Crediamo sia importante sensibilizzare», dichiarano Abbiati e Celotti.

Donata riceve la spilla blu

"Sono tornata a vivere"

Oggi Donata guarda al futuro con occhi diversi.

«Tutto quello che prima sembrava essenziale ha perso importanza. Oggi so cosa conta davvero: vivere, stare con i miei figli, con mio nipote Mattia. È lui la mia forza». Grazie a un sistema sanitario efficiente e alla sua tenacia, Donata può finalmente dire: «Sono tornata a vivere».

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