Cristina Resi, nuovo primario per la Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza
Prende il posto di Maria Teresa Giarelli: esperienza, visione territoriale e attenzione alle fragilità sociali alla guida dell’ASST

La dottoressa Cristina Resi, attualmente direttore della struttura semplice Area neurologica all’ASST di Lodi, ha ottenuto l'incarico di primario di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ASST di Cremona, prendendo il posto di Maria Teresa Giarelli, andata in pensione di recente.
Nuovo primario a Cremona
Ad annunciarlo sono stati il direttore generale Ezio Belleri insieme al direttore socio sanitario Giorgio Scivoletto, che stamattina l’hanno accolta con un incontro informale di conoscenza.
Con una lunga esperienza professionale e una passione profonda per una professione che considera "il più bello del mondo", Cristina Resi esprime chiaramente il desiderio di intraprendere una nuova avventura a Cremona, città che definisce "la culla della neuropsichiatria infantile", grazie all’attività pionieristica del professor Giovanni Lanzi, figura di riferimento e maestro.
Con ogni probabilità, Resi prenderà servizio presso l’ASST di Cremona fra ottobre e novembre dell’anno in corso.
"Per prima cosa sarà necessario fare la nostra reciproca conoscenza. – spiega Resi -Nella mia vita professionale, ho sempre puntato a valorizzare le competenze. Credo sia importante offrire a tutti l’opportunità di esprimersi secondo le proprie attitudini, anche per affrontare quella routine che fa parte del lavoro quotidiano. Intendo dire che bisogna fare tutto insieme.
Ho sempre pensato che il primario debba essere quel professionista clinico su cui poter contare. Per i collaboratori vorrei rappresentare un punto di riferimento clinico con la porta sempre aperta. L’obiettivo è costruire insieme un progetto condiviso da mettere a disposizione della comunità. Spero di riuscirci. Spero di essere all’altezza".
Con oltre trent’anni di esperienza, Cristina Resi ha sviluppato un percorso ampio e specializzato. Formatasi in area neurologica, ha lavorato presso l’Istituto Neurologico Fondazione Mondino di Pavia, seguendo l’impostazione metodologica del professor Giovanni Lanzi e del professor Pierangelo Veggiotti.
Ha operato nel campo della neuropsichiatria infantile in contesti ospedalieri di Melegnano, Mantova e Lodi, dove ha maturato un forte interesse per l’attività territoriale, ambito che considera centrale nella presa in carico clinica.

Si è concentrata su disturbi specifici come autismo, epilessia e disagio adolescenziale, e ha sviluppato una particolare attenzione per il lavoro in urgenza-emergenza, con l’obiettivo di effettuare un inquadramento clinico rapido, individuare subito la strada da percorrere e poi affidare il caso a un collega per gli approfondimenti specialistici.
La gratitudine dei pazienti
Per Resi, il riconoscimento da parte dei pazienti rappresenta la parte più significativa del suo lavoro. Racconta di bambini che attendono di essere accolti e delle madri che osservano miglioramenti concreti, sottolineando come questi gesti e riscontri costituiscano una ricompensa autentica.
Nella sua visione, il medico deve saper essere anche direttivo, soprattutto quando la situazione lo richiede. Ricorda in particolare la lettera ricevuta da una giovane ragazza, che per lei rappresenta il senso profondo di anni di impegno: dare una possibilità concreta al paziente e contribuire alla crescita dell’adulto che diventerà.

Resi osserva come la neuropsichiatria infantile sia strettamente legata all’evoluzione della società. Attualmente si opera in un contesto multietnico caratterizzato da complessità sociali elevate, che coinvolgono tanto le popolazioni migranti quanto quelle autoctone.
Secondo la sua analisi, i modelli educativi sono cambiati radicalmente, e i principali punti di riferimento — famiglia, scuola, servizi, sanità e ambiti sociali — sono in sofferenza. L’uso pervasivo della tecnologia e l’acquisizione di contenuti tramite web e social hanno modificato profondamente il pensiero individuale.
"La società è molto cambiata e la neuropsichiatria infantile è strettamente legata al tipo di società con la quale interagisce. Oggi ci troviamo a operare in una società multietnica con delle complessità sociali elevatissime, non sto parlando solo di popolazioni migranti, ma anche delle popolazioni autoctone. Un bambino è il risultato di un certo tipo di genetica e di un certo tipo di ambiente. E in questo momento l’ambiente è decisamente sovvertito: c’è stato un ribaltamento dei valori e dei modelli educativi, mancano punti di riferimento: la famiglia, la scuola, i servizi, la sanità e il sociale sono in sofferenza", precisa Resi.
"L’uso massivo di tecnologia, la modalità con cui assimiliamo informazioni sul web e sui social hanno finito per modificare il nostro modo di pensare. Si è creato un contesto che fa da cassa di risonanza all’interno del quale i più fragili esplodono. E tra i più fragili ci sono gli adolescenti, cioè le persone che cercano e hanno bisogno di riferimenti; di una figura che - al di là del genere - dia la regola, che mantenga la posizione, che dica no. Qualcuno che puoi anche attaccare, ma sai che è lì, fermo, per te. Mentre sempre più spesso il senso di appartenenza è on line".

Curriculum in sintesi
Cristina Resi si è laureata con il massimo dei voti in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia nel 1993. Nel 1999 ha conseguito la specializzazione in Neuropsichiatria Infantile, formandosi presso la Divisione di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Istituto Neurologico C. Mondino di Pavia.
Dal 2000 ha fatto parte dell’équipe di Neuropsichiatria Infantile del Centro Regionale per la diagnosi e cura dell’Epilessia dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova. Ha prestato servizio in ambito ospedaliero e territoriale presso l’Azienda Ospedaliera di Melegnano fino al 2002, per poi assumere la responsabilità dell’Ambulatorio per l’Epilessia in età evolutiva all’ASST di Lodi.
Nel 2023 ha ricoperto il ruolo di direttore facente funzioni dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, attualmente è direttore della Struttura Semplice Area Neurologica.
I suoi principali ambiti clinici includono la diagnosi e trattamento di:
- disturbi dello spettro autistico
- ADHD – disturbo da deficit di attenzione e iperattività
- disturbi specifici del linguaggio e dell’apprendimento
- disabilità complesse
Nel 2024, in collaborazione con il PCS di Casalpusterlengo, ha attivato l’Ambulatorio di Transizione: un progetto pilota strutturato per una co-conduzione clinica dei pazienti dai 16 anni con problematiche di salute mentale.