"Sport come metafora di vita"

Andrea Devicenzi, atleta paralimpico di Cremona, ambasciatore della cultura sportiva e del benessere

La storia di un grande sportivo, dall’incidente in moto alle imprese in giro per il mondo

Andrea Devicenzi, atleta paralimpico di Cremona, ambasciatore della cultura sportiva e del benessere
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Un paratleta di Cremona scelto come ambasciatore della cultura sportiva e del benessere. Coral Club a sostegno di Andrea Devicenzi: la storia di un grande sportivo, dall’incidente in moto alle imprese in giro per il mondo

Andrea Devicenzi, ambasciatore della cultura sportiva e del benessere

“Lo sport come metafora di vita” è il motto che accompagna da sempre Andrea Devicenzi, atleta paralimpico protagonista di numerose imprese in diverse discipline dal judo a calcio all'atletica al ciclismo passando per il triathlon e i Cammini.

Un amore incondizionato per il mondo dello sport che non si è spento né esaurito nemmeno di fronte al drammatico incidente che ha cambiato per sempre la sua esistenza. Quella di Devicenzi, nato a Cremona il 18 luglio del 1973, è la storia di un uomo che ha saputo trasformare un ostacolo insormontabile in un’occasione di rinascita. Un trampolino di lancio verso imprese sempre più ambiziose che hanno caratterizzato la sua lunga carriera.

Oggi il 50enne cremasco è performance coach, formatore esperienziale nonché paratleta attivo in numerosi campi.

“La mia mission - dice - è supportare le persone nel riscoprire dentro di sé le proprie Risorse e portarle nella vita di tutti i giorni in ogni attività”.

Per questo motivo Devicenzi  è stato scelto come ambasciatore del benessere sportivo da parte di Coral Club, azienda che dal 1998 porta avanti un’opera di sensibilizzazione sul tema del benessere psico-fisico, della salute, della prevenzione e della sana nutrizione. Una cultura dello "star bene" che ha tra i suoi pilastri l'utilizzo di integratori alimentari che possono aiutare le persone comuni e gli atleti a raggiungere i loro obiettivi di vita, di salute e quelli più strettamente connessi all'ambito sportivo.

La storia di Andrea

“All’età di 17 anni, in seguito ad un incidente stradale in sella alla mia moto, perdo per sempre la mia gamba sinistra”.

La carriera sportiva di Andrea poteva chiudersi per sempre in questo modo. Ma l’atleta cremasco non ha mai voluto gettare la spugna. E così Devicenzi ha deciso di diventare artefice del proprio destino, ribaltando la prospettiva e dimostrando al mondo che la disabilità non avrebbe fermato il suo desiderio di riscatto e di crescita, fisica, mentale e interiore. I numeri successi conquistati in tutto il mondo sono lì a certificarlo.

“Nel 2010 sono stato il primo amputato di gamba della storia a raggiungere in sella ad una bici, la vetta del KardlungLa in India, a quota 5.602 metri. Nel 2011 ho partecipato e concluso l’Olimpiade delle Randonnèe, la Parigi/Brest/Parigi, primo amputato della storia a concluderla sotto il tempo massimo di 80 ore, in 72 ore e 42 minuti. Nel 2012 vinco la medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Paratriathlon in Israele, affrontando la fase di corsa con le stampelle. Nel 2013 con la maglia della Nazionale di Paratriathlon, vinco in Turchia la medaglia d’argento ai Campionati Europei di Triathlon”.

Nel tempo, Devicenzi è stato in grado di alzare sempre di più l’asticella, diventando un punto di riferimento per tante persone, un coach e un formatore.

“Nel 2016 in Perù, affronto per la prima volta un’avventura in completa solitaria, 1.200 chilometri in sella alla mia bici da Lima a Cusco e con le mie inseparabili stampelle i 42 chilometri dell’Inca Trail in 4 giorni nelle Ande per raggiungere il sito archeologico del Machu Picchu. Nel 2018 ho fondato laDueDue srl, un’azienda dedicata alla produzione di ausili medici per migliorare le performance di atleti e la vita di tutti i giorni delle persone. Trent’anni di esperienza in un unico progetto, grazie alla collaborazione di aziende leader in ogni settore, per realizzare e produrne una tipologia al momento inesistente sul mercato”.

"Quella di Devicenzi è una storia di successo, di una persona che non ha mai gettato la spugna nemmeno di fronte ad avversità all'apparenza insormontabili - spiegano da Coral Club - E' per noi un privilegio poter avere un atleta del suo calibro come ambassador e continueremo a sostenerlo nella convinzione che possano fungere da ispirazione e modello per tantissimi atleti, affetti da disabilità e non, aiutandoli ad esprimere al meglio il loro potenziale".

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