UNA "CARNEFICINA"

Detenuto si toglie la vita in carcere a Cremona, è il 13esimo da inizio 2025

La UILPA Polizia Penitenziaria denuncia una situazione insostenibile: sovraffollamento, carenza di personale e strutture al collasso

Detenuto si toglie la vita in carcere a Cremona, è il 13esimo da inizio 2025
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Emergenza carceri: detenuto si toglie la vita a Cremona. La UILPA Polizia Penitenziaria denuncia una situazione insostenibile: sovraffollamento, carenza di personale e strutture al collasso.

Detenuto si toglie la vita a Cremona

Ancora un suicidio nelle carceri italiane. Un detenuto italiano, accusato di reati a sfondo sessuale e contro la persona, si è tolto la vita impiccandosi nella mattinata di lunedì 24 febbraio 2025 nella Casa Circondariale di Cremona. I soccorsi sono stati tempestivi, ma inutili. Con questo tragico episodio, il numero dei detenuti suicidi dall'inizio dell'anno sale a 14, a cui si aggiunge un operatore penitenziario.

Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commenta con durezza la situazione, parlando di una vera e propria "carneficina" a cui non si sta ponendo alcun freno efficace.

Sovraffollamento e carenza di personale

La Casa Circondariale di Cremona rappresenta solo un tassello di un quadro più ampio e drammatico. Attualmente ospita 551 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 382 posti, con una carenza di agenti di polizia penitenziaria pari quasi alla metà del necessario: 180 unità operative rispetto alle 335 previste. Inoltre, la struttura è priva da anni di un Comandante titolare, condizione che ha contribuito a una disorganizzazione generalizzata.

"Questa è la condizione di gran parte delle carceri italiane, dove il sovraffollamento, la mancanza di personale e l'inefficienza gestionale si intrecciano aggravando il problema", spiega De Fazio.

Soluzioni inadeguate e incerte

Il segretario della UILPA punta il dito contro le misure finora adottate dal governo, giudicate insufficienti e poco incisive.

"Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, continua a parlare di riconvertire caserme dismesse in istituti penitenziari, ma senza considerare che spesso queste strutture non si trovano nei luoghi dove sarebbero necessarie nuove carceri", sottolinea De Fazio.

Nel frattempo, la situazione resta fuori controllo: il sistema penitenziario italiano conta 16mila detenuti oltre la capienza massima consentita, mentre mancano all'appello oltre 18mila agenti di polizia penitenziaria. Inoltre, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Corpo di polizia penitenziaria sono ancora privi di un Capo effettivo dopo le dimissioni di Giovanni Russo, rendendo ancora più difficile una gestione efficace dell’emergenza.

Le richieste della UILPA

Per De Fazio, non c'è più tempo da perdere:

"Il governo deve prendere atto della gravità della situazione e intervenire immediatamente. Non possiamo aspettare anni per vedere cambiamenti concreti".

Le soluzioni proposte includono la riduzione della densità detentiva, il potenziamento degli organici, un miglioramento dell'assistenza sanitaria ai detenuti e una riorganizzazione complessiva del sistema carcerario.

Aggressioni in aumento

Anche le aggressioni ai danni degli agenti di polizia penitenziaria sono in costante aumento: nel solo ultimo anno si sono registrati oltre 3.500 episodi di violenza.

"Gli operatori sono stremati da turni massacranti e carichi di lavoro insostenibili. Serve un piano strutturale che metta al centro la sicurezza, il rispetto dei diritti umani e una gestione efficiente delle risorse", conclude De Fazio.

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