Sulle orme dei minatori

Scopriamo le miniere a bordo dei vagoncini

Dopo le grotte naturali, ecco quelle create dall’uomo. In Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana ce ne sono alcune davvero particolari.

Scopriamo le miniere a bordo dei vagoncini
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Dopo le grotte naturali, ecco quelle create dall’uomo. Parliamo delle miniere, non certo inusuali nel nostro Paese. E vi proponiamo un viaggio alla loro scoperta scegliendo quelle dov’è possibile andare con tutta la famiglia, perché sono soprattutto i bambini a provare una singolare meraviglia in questi ambienti straordinari. In Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana, i territori raggiunti dai nostri giornali, ce ne sono alcune davvero particolari.

Allora, caschetto in testa e via (alcune hanno già riaperto)! Rocce ricche di zinco o di piombo, di barite piuttosto che di quarzo e, perché no, anche d’oro.

Le profondità delle nostre montagne sono ricche di metalli: per questo, negli anni, sono state aperte molte miniere per poterli estrarre. Un’attività, però, che nel tempo, per una serie di motivazioni, non è stata più conveniente portare avanti. Così, in molti casi, si è deciso di recuperare questi ambienti e di dedicarli al turismo per far conoscere ambienti unici, il ruolo socio-economico, e si può dire culturale, che le miniere hanno avuto e pure il duro lavoro dei minatori. Ve ne facciamo scoprire alcune.

Lombardia, tra talco e barite

Cominciamo dal cuore della Valmalenco. A Lanzada, in provincia di Sondrio, si può visitare la miniera della Bagnada, dove si è estratto talco fino alla fine degli anni ‘80. Condotti dalle guide, si può andare alla scoperta di quattro dei nove livelli attraversando diverse tipologie di gallerie (tra cui il Camerone il quale, grazie alla particolare acustica delle sue alte volte, ospita concerti e altri appuntamenti musicali), il museo minerario dove sono esposti numerosi attrezzi legati all’attività mineraria ed estrattiva e il Museo Mineralogico che propone delle cristallizzazioni così eccezionali, per dimensioni, caratteristiche morfologiche e ottiche, che a buona ragione possono ritenersi le migliori al mondo.

Lombardia, miniera Bagnada a Lanzada

Per i più avventurosi si consiglia la miniera Sant’Aloisio, situata in Val Trompia, nel comune di Collio (BS). Con i caschetti muniti di torcia in testa, si può esplorare a piedi la miniera “al naturale”, così come fu lasciata quando venne abbandonata l’attività estrattiva. Ma per chi ama il brivido c’è la possibilità di affrontare ponti tibetani, passerelle, scale a pioli e, in ultimo, una tirolese sul Torrente Valdardo a più di trenta metri di altezza proposti dal parco avventura, ripercorrendo in modo singolare il tragitto compiuto dal minerale che qui veniva estratto.

Nessuna fatica, invece, alla miniera Marzoli a Pezzaze (BS), dove, a bordo di un trenino giallo, si verrà portati nel cuore della montagna per circa 700 metri alla scoperta del mondo minerario, dei metodi di escavazione del minerale e delle dure condizioni di lavoro dei minatori: un viaggio emozionante perché grazie a un’eccezionale riproduzione di suoni e voci sembrerà di vivere in prima persona la difficile esperienza della vita dei minatori.

Ci spostiamo in Val di Scalve dove si trova la miniera di Schilpario (BG), uno dei complessi minerari più importanti della Lombardia, che propone un percorso di visita di circa 2,5 km (dei 60 esistenti), in parte a piedi e in parte a bordo della ferrovia mineraria originale. Lungo il tragitto, attrezzato con illuminazione elettrica, vi sono pannelli informativi, fotografi e d’epoca, oggetti e utensili usati nella miniera. Fa parte di questo parco minerario anche la miniera Gaffione che ha caratteristiche simili.

Lombardia, miniera di Gorno

Sempre in provincia di Bergamo, da non perdere le miniere di Gorno, in cui si può fare un viaggio alla scoperta della lavorazione dello zinco, minerale presente abbondantemente nella val del Riso, una valle laterale della Val Seriana, dall’estrazione al prodotto finale. Non perdetevi i siti minerari di Costa Jels, i più antichi di Gorno, in cui conoscerete l’esperienza unica di un minatore rimasto sepolto vivo in una miniera per ben 9 giorni.

Lombardia, miniera di Cortabbio a Primaluna

Concludiamo il percorso lombardo in Valsassina, in provincia di Lecco, con le miniere del Pian dei Resinelli a Ballabio e le miniere di Cortabbio a Primaluna. Le prime, da cui si estraeva galena argentifera risalgono addirittura al 1600 e furono attive fino al 1958; le seconde, da cui per oltre un secolo si è estratto barite, propongono un duplice percorso, interno ed esterno, entrambi abbordabili per chiunque.

Piemonte, alla ricerca di pepite d’oro

Una paio di località piemontesi meritano sicuramente una visita. Innanzitutto la miniera di Talco Paola e Gianna a Prali (TO), in Val Germanasca. Innanzitutto perché è un’attività ancora funzionante in questo giacimento di talco bianco, purissimo ed unico al mondo; per cui potrà capitare che, mentre si viaggia in galleria a bordo del trenino arancione dei minatori o a piedi, possiate saltar per aria per le forti vibrazioni dei martelli pneumatici o a causa di improvvise esplosioni che si odono in lontananza. Lungo il percorso di circa 1,5 km di gallerie e cunicoli si avrà modo di conoscere la storia degli oltre 100 anni di estrazione del famoso “Bianco delle Alpi” (varietà di talco rara e pregiata) e di immergersi nel vissuto dei minatori.

Piemonte, miniera d’oro della Guia a Macugnaga

Si va, invece, in montagna, nella località Fornarelli di Macugnaga, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, per trovare la miniera d’oro della Guia, in quella valle Anzasca nota per i suoi giacimenti auriferi. Infatti, qui vi sono numerose miniere e la più sviluppata ha una estensione di 80 km di gallerie. La miniera della Guia venne aperta oltre tre secoli fa e fu attiva fino al 1961. Il giacimento, però, non è esaurito, per cui non è impossibile trovare tracce d’oro lungo la visita… All’interno delle gallerie è allestito un museo che illustra la storia della miniera, delle genti che vi hanno lavorato, delle tecniche di estrazione e di purificazione dell’oro. Visto che siete lì, se può interessarvi, a una ventina di minuti a piedi si può raggiungere il suggestivo Lago delle Fate.

Liguria e Toscana

Liguria, miniera Gambatesa a Ne

In Liguria, si consiglia la visita alla miniera di Gambatesa, la più grande d’Europa per l’estrazione della braunite, ricca di manganese usato per la produzione di acciaio di qualità. Siamo nel comune di Ne in Val Graveglia, nel Parco Regionale dell’Aveto che, da solo, meriterebbe una visita. Chi decide di visitarla ha l’opportunità di entrare in miniera con l’originale convoglio ferroviario dei minatori, a bordo di vagoncini del minerale opportunamente modificati per il trasporto dei visitatori e di proseguire a piedi, accompagnato da guide appositamente formate, le gallerie della miniera nel loro aspetto originale, tra pozze d’acqua, armature in legno e pale meccaniche “congelate” nel loro ultimo giorno di lavoro.

Passiamo alla Toscana che ha una lunga tradizione di estrazione mineraria iniziata già ai tempi degli Etruschi e ci sono numerosi musei e parchi minerari da visitare e percorsi da fare. Ne segnaliamo un paio. A cominciare dalla miniera del Temperino sulle colline di Campiglia Marittima, all’interno del Parco Archeominerario di San Silvestro. Il percorso attrezzato all’interno della miniera è preceduto da un’area allestita con pannelli e fotografi e che mostrano l’evolversi della tecnologia mineraria del Campigliese, dall’epoca etrusca fino ai giorni nostri. La galleria visitabile è lunga 360 metri ed è una delle poche dove sia ancora possibile mettere a confronto le tecniche estrattive antiche, del periodo etrusco e medievale, con quelle moderne, dell’Ottocento e del Novecento.

Toscana, miniera Calamita a Capoliveri

Ci si sposta poi sull’Isola d’Elba, un tempo grande centro di estrazione di materiali ferrosi, per visitare la miniera Calamita a Capoliveri. Due i percorsi proposti: il primo, più semplice, va alla scoperta di insoliti panorami dei sotterranei e di come si lavorava e viveva in miniera e ospita la galleria più antica, a 6 metri sopra il livello del mare, scavata nel secondo dopoguerra alla ricerca di magnetite; il secondo, attraverso ripidi scalini originali, porta fino a 24 metri sotto il livello del mare e costringe a percorrere la galleria alla luce delle torce, come veri minatori. La visita al Museo della Vecchia Officina completa e approfondisce l’esperienza in sotterranea.

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