Abbronzatura a tutti i costi? Meglio fare attenzione

La differenza tra raggi UvA e UvB; usare sempre le creme lenitive e protettive; preferire l’esposizione naturale; non esagerare con le sedute

Abbronzatura a tutti i costi? Meglio fare attenzione
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Abbronzatura furiosa per sfoggiare un colore «very hot» oppure rifuggire dai raggi solari? E  aspettare ancora qualche mese quando andremo al mare o fiondarsi nel primo centro abbronzatura e fare un bell’abbonamento da dieci sedute? Gli amanti della tintarella sono da sempre una categoria ben presente nella nostra società, ma fa bene essere abbronzati? In realtà ci sono rischi concreti, dimostrati da numerosi e affidabili studi scientifici, che sconsigliano l’abbronzatura persistente. Una o due volte l’anno al sole per qualche giorno, magari con la classica scottatura «da gambero», va anche bene. Ma farsi prendere la mano e voler a tutti i costi diventare neri come il carbone, quello no, è dannoso. Soprattutto se l’abbronzatura è artificiale.

Raggi UvA e UvB, differenze

I raggi solari, infatti, sono composti da UvA e UvB. I primi scuriscono mentre i secondi scottano. Quando si sta al sole ci si scurisce, ma allo stesso tempo si percepisce il forte calore che scotta e dopo un po’ si sente l’esigenza di staccare per andare all’ombra. Con le lampade artificiali, invece, ci arrivano addosso solo i raggi UvA che non scottano e dunque abbiamo la sensazione di poterci esporre per intere mezz’ore una dopo l’altra o tutti i giorni. Il che, come chiunque può capire, non fa bene!

Abbronzatura da solarium

Non soltanto. E' dimostrato che l’abbronzatura da solarium, oggettivamente e socialmente apprezzata, tende a dare assuefazione spingendo gli amanti della tintarella a eccedere nel desiderio di un colorito sempre più accentuato. Ne vale la pena? Il buon senso e i dermatologi dicono di no. Eppure le persone che non se ne preoccupano o che consapevolmente accettano di correre un rischio certo in nome del miglioramento estetico sono molte.

Tutelare la pelle

Benché un modo assolutamente sicuro e sano di abbronzarsi non esista, tutelare almeno in parte l’epidermide è possibile. Serve adottare alcune strategie protettive in grado di ridurre l’impatto lesivo delle radiazioni sulle cellule cutanee e sugli altri componenti fondamentali del derma. Usare quindi sempre delle creme protettive dermatologicamente testate. L’attenzione nella scelta del centro estetico, invece, poco aiuta. Neppure le lampade dalla tecnologia più avanzata possono evitare il danno connaturato ai raggi UvA e senza i quali, di fatto, non si otterrebbe alcuna abbronzatura.

Durata delle sedute

Per queste ragioni tempi e intensità delle sedute abbronzanti devono essere pianificati con attenzione e il più possibile ridotti. Anche a costo di accontentarsi di un colorito un po’ meno marcato. Le lampade solari anche per il fatto di essere utilizzate in luoghi chiusi, tendono a disidratare la pelle.

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