Clima preoccupante

Proiettili e minacce al presidente di Confindustria Bergamo: «Dove non arriva il Covid arriviamo noi»

Prima gli atti intimidatori nei confronti del numero uno lombardo degli industriali (Bonometti), ora verso Scaglia: una lettera contenente un bossolo. L'atto è stato rivendicato da sedicenti “Nuclei proletari lombardi”

Proiettili e minacce al presidente di Confindustria Bergamo: «Dove non arriva il Covid arriviamo noi»
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Nel pomeriggio di lunedì 29 giugno, alla sede de L'Eco di Bergamo è stata recapitata una lettera contenente un proiettile calibro 6.25 che aveva come destinatario Stefano Scaglia, imprenditore e numero uno di Confindustria Bergamo. Si tratta del secondo fatto del genere avvenuto in pochi giorni nel capoluogo orobico: sabato 27 giugno, infatti, proprio alla sede degli industriali al Kilometro Rosso, erano state recapitate due buste contenenti dei proiettili, in quel caso però destinate a Marco Bonometti, imprenditore bresciano titolare della Omr e numero uno di Confindustria Lombardia.

La lettera di minacce

La busta indirizzata a Scaglia, con due francobolli affrancati a penna, conteneva anche una lettera rivendicata da sedicenti “Nuclei proletari lombardi”: «Il signor Stefano Scaglia di Confindustria sappia che non dimentichiamo mai. Una bara in più non si nega a nessuno mai o lui o un suo familiare. Sempre solo questo potrà ridare dignità a chi è morto sul lavoro. Dove non arriva il Covid arriviamo noi».

Indaga la Digos

L’episodio è stato segnalato alla polizia, che ha sequestrato tutto il materiale per sottoporlo ai rilievi necessari per individuare chi ha confezionato la missiva. Sul caso sta indagando la Digos di Bergamo, già impegnata anche sul fronte Bonometti. Nel merito, sulle minacce a quest'ultimo era stato aperto un fascicolo dal sostituto procuratore di Brescia Caty Bressanelli, che ora potrebbe occuparsi anche delle minacce indirizzate a Scaglia.

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