Maxi risarcimento

Condannato primario, discriminava due infermiere perché omosessuali

Dopo che si era scoperta la sua relazione con un'altra dipendente dell'ospedale erano iniziati insulti e battutacce.

Condannato primario, discriminava due infermiere perché omosessuali
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Dopo che era stata scoperta la loro relazione amorosa, erano state prese di mira sia con battutacce ed insulti omofobi, ma anche con continui trasferimenti da un reparto all'altro. Per un anno intero due infermiere sono state discriminate all'interno dell'ospedale perché omosessuali. Protagonista degli atteggiamenti vessatori proprio il primario dell'azienda ospedaliera che ora dovrà risarcire di 10mila euro una delle due infermiere.

Infermiere discriminate dal primario perché omosessuali

Per la prima volta in Italia il tribunale ha condannato l'azienda ospedaliera. Come raccontato da Prima Saronno, l'Asst Valle Olona di Busto Arsizio, Saronno, Gallarate e Somma Lombardo dovrà risarcire 10mila euro ad un'infermiera discriminata dal primario perché omosessuale.

La decisione del Tribunale è avvenuta nei giorni scorsi, accogliendo il ricorso presentato dalla donna assistita dall'avvocato Emiliano Ganzarolli che ha fatto sapere di aver tentato più volte una mediazione prima delle vie legali, senza ottenere mai un incontro. Una sentenza giunta a seguito di un complesso procedimento giudiziario nel quale l'infermiera aveva denunciato una situazione lavorativa divenuta opprimente dopo che era stata scoperta la sua relazione amorosa con una collega di lavoro.

Battutacce ed insulti omofobi, ma anche trasferimenti

Come emerso durante il procedimento, discriminazioni e molestie erano iniziate dopo che si era scoperta la relazione dell'infermiera, responsabile di un ambulatorio di Ginecologia e Ostetricia dell'Asst (e "finita" a fare i tamponi in un parcheggio), con un'altra dipendente dell'ospedale.

Da quel momento l'atteggiamento del primario era cambiato radicalmente, arrivando a insultarla apertamente proprio per il suo orientamento sessuale. Battute e insulti confermati anche dai colleghi della donna, che ne avevano dato comunicazione con una lettera che, evidentemente, non aveva portato molti risultati.

Arcigay: "Omofobia inaccettabile, non si fa nulla per prevenirla"

Durissimo il commento di Giovanni Boschini, presidente di Arcigay Varese.

"Questa omofobia in ambito medico è inaccettabile e non si fa nulla per prevenirla. Non esistono piani di formazione per il personale medico e a pagarne le spese sono i lavoratori LGBT, lavoratori come tutti gli altri che pagano ancora per un clima profondamente omofobo e che impedisce alle persone di vivere liberamente. Precedenti del genere rischiano di alimentare un clima tossico che impedisce ai dipendenti di parlare della propria vita personale come tutti gli altri e di vedere il luogo di lavoro come un luogo frustrante, in cui autocensurarsi per non incappare in problemi per la propria carriera. È ora che anche le aziende pubbliche prendano posizione in maniera netta ed esplicita contro l’omofobia come accade in molti altri Paesi, organizzando iniziative ad hoc e formazioni per il personale. Un ulteriore silenzio da parte delle ASST significherà solo continuare ad essere complici di odio e pregiudizio".

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